martedì 19 ottobre 2010

PRIMI SU GOOGLE

Come essere primi su Google?

Per essere primi su Google bisogna adottare delle tecniche chiamate "tecniche di posizionamento", che hanno l'obiettivo di migliorare la posizione di un sito web nei risultati delle ricerche nei motori di ricerca.

Sone tecniche che rientrano nelle strategie di search marketing, il marketing applicato ai motori di ricerca e dedicato agli utenti di tali servizi.

"Essere Primi Su Google" è un blog che nasce dalla volontà di offrire gratuitamente agli utenti Internet una guida chiara e approfondita sulle tecniche per migliorare la visibilità di un sito nei risultati dei motori.

Dedicata a chi desidera comprendere come funzionano i motori di ricerca, la guida al posizionamento spiega come sia possibile migliorare la visibilità del proprio sito web nelle ricerche effettuate dagli utenti.

Vi troverete notizie quotidiane sui motori di ricerca e le tecniche di posizionamento, editoriali, interviste e la segnalazione di tutte quelle novità che consentono di tenersi aggiornati in un settore le cui regole cambiano giorno per giorno.





mercoledì 13 ottobre 2010

GOOGLE: LE 16 IDEE FINALISTE CHE CAMBIERANNO IL MONDO


Il Progetto 10100 è un concorso di idee che come obiettivo cambiare il mondo aiutando il maggior numero di persone possibile.




Perché questo progetto?
Mai come oggi tante persone hanno avuto a disposizione una quantità così elevata di informazioni, strumenti e metodi per realizzare buone idee. Eppure, allo stesso tempo, tante persone di qualsiasi condizione sociale potrebbero beneficiare dell'aiuto altrui, grande o piccolo che sia.
A questo proposito, nuovi studi ribadiscono il semplice concetto che raggiunto un certo livello di benessere materiale di base, l'unica cosa che aumenta la felicità individuale nel corso del tempo è l'opportunità di aiutare altre persone.
In altre parole, aiutare va a vantaggio di tutti, sia di chi aiuta, sia di chi viene aiutato.
La domanda è: in che modo si può aiutare? E cosa aiuta di più?

Forse la risposta che può aiutare qualcuno è nella tua testa, in qualcosa che hai osservato, in qualche nozione che ha stuzzicato il tuo interesse, in qualche collegamento che hai notato, in qualcosa di vecchio che per la prima volta hai visto con altri occhi.
Google ha selezionato 16 idee finaliste tra le 154.000 pervenuteci. Il periodo di votazione pubblica è terminato e prossimamente Google annuncerà le idee vincitrici.






domenica 10 ottobre 2010

GOOGLE E L'INDICE DI INFLAZIONE


Chiamatela come volete: inflazione digitale, oppure inflazione 2.0, oppure cyberinflazione: Google la lega direttamente al suo nome al lancio di un nuovo indice sulla dinamica dei prezzi basato sui beni commerciati online.

I vantaggi rispetto alla tradizionale inflazione potranno essere velocità e bassi costi nella raccolta dei dati.

La decisione definitiva se pubblicare o meno questo indicatore non è stata ancora presa, ma intanto la notizia finisce in prima pagina sul Financial Times.

Così come le indicazioni che secondo il capo economista di Google, Hal Varian, ne sono già emerse da questo indicatore: negli Usa la debolezza dei prezzi è ben più marcata di quanto si creda. L'America è in piena deflazione, secondo "Google price index", o "Gpi", acronimo che richiama volutamente quello di "Consumer price index", o "Cpi" il termine inglese per "indice dei prezzi al consumo": l'inflazione appunto.

Google mette le mani avanti: non si tratta di una alternativa vera e propria ai dati sull'inflazione, ma di qualcosa in più. Gli istituti di statistica stiano tranquilli: il monitoraggio è ovviamente limitato a quei beni ampiamente commerciati in rete, ma diverse voci presenti negli indici ufficiali di inflazione sono quasi o del tutto escluse dalle vendite online. Però se l'elaborazione dell'inflazione tradizionale richiede un lungo lavorio, e addetti ad hoc da mandare in giro nei negozi a effettuare rilevazioni, la 'Googlinflazione' è molto più rapida nella raccolta dati.



venerdì 8 ottobre 2010

EBOOK : EDITORIA A BASSO COSTO





Il mondo dell’editoria, come altri settori, ha subìto e fatto proprio il fenomeno della digitalizzazione. L’introduzione di dispositivi portatili dedicati alla lettura (e-reader) e di software specifici per pocket Pc e smartphone hanno fatto pensare alla morte del libro di carta e nel contempo hanno portato alla coniazione del neologismo e-book.

Chi si occupa di editoria ha visto nel proprio lavoro profondi cambiamenti negli ultimi dieci anni. La macchina per scrivere è andata in pensione e ormai il prodotto finale che esce da una redazione per avviarsi al ciclo industriale della stampa è un “oggetto” digitale. Queste trasformazioni hanno inciso profondamente sulla struttura delle case editrici, provocando la quasi totale scomparsa di figure professionali, come il correttore di bozze o i compositori, e la nascita di altre, come i grafici-impaginatori indipendenti. Per il lettore, utente finale del prodotto editoriale, cos’è cambiato? Moltissimo.

Al formato cartaceo si è aggiunto quello digitale. E sono nati diversi “device” (lettori digitali) con i quali è possibile scaricare da Internet, scambiare e memorizzare facilmente intere biblioteche, giornali e riviste.
Il tutto con una estrema facilità di duplicazione e velocità di distribuzione nel mondo digitale di testi, immagini, filmati, suoni e programmi.

Negli ultimi dieci anni si è assistito all’ingresso preponderante di società come Amazon (www.amazon.com) che hanno ribaltato il monopolio di grandi società come Barnes & Noble (www.barnesandnoble.com) che da oltre cento anni gestivano la vendita di libri nel continente americano. Anche queste grosse aziende si sono dovute adattare alla forte domanda di e-book scaricabili, tanto che la stessa Amazon ha annunciato che il fatturato di libri elettronici quest’anno ha superato quello dei libri in formato cartaceo. Amazon è stata la prima libreria on-line che ha pensato di abbattere i costi di magazzino, per cui nel suo catalogo sono presenti milioni di titoli disponibili in pochi giorni, anche se non materialmente presenti. La rete di Amazon si avvale di migliaia di piccoli editori che nel momento della richiesta si affidano alla sua logistica. Anche in Italia questo passaggio dal cartaceo al digitale sta verificandosi su due fronti: da una parte i lettori, sempre più esigenti, che desiderano usare supporti in grado di garantire la flessibilità della lettura; dall’altra gli autori. Un fenomeno in crescita è quello del “fai da te” (on demand).

Su Lulu (www.lulu.com), ad esempio, è possibile non solo ordinare i libri nel doppio formato cartaceo o elettronico, ma anche pubblicare una propria opera, coronando il sogno di una vita. Il libro verrà inserito in catalogo e non sarà mai esaurito, perché Lulu stampa solo le copie necessarie e le invia al richiedente o, in alternativa, fornisce il libro in formato digitale.

Le piccole case editrici stanno comprendendo che questo fenomeno può essere una grande opportunità, perché hanno il vantaggio dell’esperienza e della forza nella distribuzione dell’opera.
E’ il caso ad esempio di Scienza Express (www.scienzaexpress.it), fondata pochi mesi fa, e partita proprio con lo spirito orientato ai nuovi media, forti dei social network e del passaparola degli utenti di Internet. Il progetto nasce dalla consapevolezza che molte persone non hanno mai comprato libri perché li vedono inaccessibili, intellettuali, astrusi, a volte ostili. E poi i libri costano troppo.

Questa giovane casa editrice vuole portare i libri a portata di clic e a pochi euro ai cittadini-che-non-leggono-ancora e promuove temi legati alla divulgazione scientifica e all’informazione. E’ un esempio di come anche una piccola realtà può competere, oggi, con i grandi dell’editoria, superando gli ostacoli legati ai costi della carta stampata